la tempesta di maya

Quando accadono eventi particolari, conseguenze di atteggiamenti umani irresponsabili e inspiegabili ai nostri occhi, qual è la domanda più frequente che l’uomo si pone? Come può un essere umano volere il male di un altro, da quale oscura natura viene spinto a creare dolore, insensibilità, senza rispetto. Oggi queste riflessioni attraversano la nostra mente ogni giorno, basta accendere la tv, sentire le ultime notizie alla radio o navigare su internet, per sentirci piccoli e inermi rispetto a qualcosa che per la nostra mente razionale non ha una spiegazione valida, se non la follia. Sono dei pazzi!
Ora ti dirò una cosa che ti potrà sembrare assurda. Lo stesso meccanismo che spinge uomini crudeli a fare azioni aberranti, è lo stesso principio con cui la maggior parte degli uomini vive la propria vita, dimenticando la propria vera natura. Quante persone sanno davvero chi sono? Quanti si impegnano per conoscersi passando del tempo con sé stessi? Bè nessuno! Il maestro Yogananda ha spesso parlato di questo tormento dell’uomo, un nemico invisibile che si insinua nelle vite, nel mondo, nell’intero universo allontanando le coscienze dalla verità. Il suo nome è Maya che vuol dire illusione, un velo simbolico, che cade davanti agli occhi e ti impedisce di vedere oltre, in questo modo l’umanità diventa cieca e vede il mondo attraverso uno specchio trasformante che altera la percezione degli eventi, dei pensieri, della vita.
L’umanità ha perso la connessione con il vuoto, con l’oscurità, con l’immanifesto, con il silenzio, con il senza tempo, con il senza nome. La tempesta di Maya è forte e il pifferaio suona affinché, inebriati dalle suo note, diventiamo come il serpente che viene ipnotizzato e domato. Potremmo definirla ipnosi collettiva? Si, proprio così. Una menzogna che ci tiene legati al mondo materiale, dove tutti gli oggetti che ci servono per fare esperienza, ci dominano, diventando loro padroni e noi servitori. Ecco che nell’ignorare chi siamo diventiamo vittime di noi stessi e quel viaggio che deve essere la nostra possibilità di liberarci, diventa un gioco, una sfida senza fine dove vince il più forte, il più ricco, il più performante.
Se coloro che si ritengono i capi di questo mondo utilizzano Maya e il suo potere, noi abbiamo una forza più grande che può creare uno squarcio nel velo dell’ignoranza. Il corpo, la mente, l’ego nuotano nell’oceano dei desideri, degli attaccamenti, affascinati dal mondo materiale, ma l’anima che vibra dietro a questo corpo ha una potenza energetica che può scardinare l’oscurità del falso. Io sono anima, tu sei anima! Siamo esseri spirituali ancora prima di abitare in un corpo fisico. Il corpo è un abito meraviglioso che ci è stato concesso, dobbiamo prendercene cura, ma finisce qui! Lo Spirito va nutrito. Se siamo consapevoli della nostra vera natura, possiamo decidere di darle forza attraverso tante azioni che possiamo compiere affinché la luce possa scardinare le mura dell’ignoranza (Avidya).
i maestri ci guidano
Yogananda e i grandi avatar passati su questa terra ci hanno lasciato sentieri ben definiti dove possiamo seminare e raccogliere i fiori del ricordo. Il ricordo della luce, della gioia permanente, dell’immortalità, dell’amore. Tutto deriva dalla Fonte Suprema e tutto lì tornerà, ma per farlo succedere dobbiamo ricordare di essere Spirito, Anima, l’Atman.
In questo articolo condivido con te quelle piccole azioni che possiamo mettere in campo ogni giorno perché il ricordo riaffiori.
Medita ogni giorno. Anche solo 10 minuti. Sul nostro canale YouTube troverai degli esempi.
Resta nel presente, nel qui ed ora. Durante le tue attività fai qualcosa per portare la tua attenzione al momento presente, appiccica dei post-it in giro in modo che gli occhi ti ricordino di chiederti se la mente è concentrata su quello che stai facendo. Ricordati che l’ego vive nei pensieri passati e futuri, l’anima è nel presente.
Circondati di tutto ciò che vibra a ottava alta: persone, musica, ambienti, cibo, libri, video, oggetti.
Minimizza il tuo contatto con tutto ciò che è tamasico, a ottava bassa. Puoi riconoscere tamas poiché vibra in tutto ciò che è triste, apatico, depresso, pesante, ossessivo, oscuro, ti spinge ad avere paura, all’insicurezza o ai finti appagamenti.
Puoi avere altre ispirazioni su come allontanare lo specchio deformante di Maya nei libri “5 Chiavi” e “10 Rituali”.
Possa tu essere benedetto e fiorire!
A cura di
Mina Formisano
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